Abbiamo vissuto il passaggio della fotografia da analogica a digitale, per poi passare nell’era smart ed infine computazionale. Ma ad ogni passaggio vediamo un impoverirsi della parte creativa, progettuale ed esecutiva, a fronte di una esagerata attenzione verso influencers, likes, puri numeri, che purtroppo non sempre si traducono in vendite. Ma soprattutto i numeri nulla ci dicono sui messaggi profondi che attraverso le immagini vengono veicolati e sulle emozioni che generano negli utenti e clienti.
Nei prossimi post vorremmo dare alcuni consigli e risposte alle piccole e medie aziende che devono risolvere grandi problemi stipati in minuscoli budget, dare consulenza alle agenzie digital e web che oggi non possono più fare a meno di immagini di alta qualità ma non sanno come gestire le produzioni in modo efficiente e rapido. Vorremmo infine parlare ai futuri creativi, grafici, fotografi, video makers e appassionati di queste arti.
OGGI VIVREMMO SENZA IMMAGINI?
Nel marzo 2020 abbiamo capito, da un giorno all’altro, che il modo di fare business era completamente cambiato: per molti mesi abbiamo lavorato, socializzato e fatto acquisti sempre connessi in rete. Alcune di queste abitudini resteranno anche terminata la pandemia, continueremo a fare shopping online, non solo cibo, oggetti ed abbigliamento, ma anche viaggi, esperienze, corsi ed eventi.
Vi siete mai chiesti come sarebbe la vostra vita online in questi anni senza le immagini? Ordinereste una cena delivery leggendo solo il testo? Navighereste Netflix e Amazon Prime senza alcuna foto o trailer, scegliendo serie e film solo dai titoli e sinossi?
Ma anche nel mondo reale le fotografie pervadono le nostre vite totalmente: immaginatevi mentre passeggiate in una città senza immagini su stazioni, palazzi, insegne, vetrine, metro, autobus. Ora provate a sfogliare con la mente una rivista senza foto, fatta solo di articoli e pubblicità testuali.
Magari non ce ne rendiamo conto, ma non c’è stato mai un momento nella storia occidentale dove il peso delle immagini sia stato più rilevante per le nostre vite.
IL DIGITALE HA CAMBIATO LE REGOLE DEL GIOCO
Una volta fotografare era costoso: i consumabili (pellicole, sviluppi e stampe) erano una voce di spesa importante.
Anche se l’invenzione del digitale risale a oltre 40 anni fa (il primo brevetto Kodak risale al 1978!), solo nei primi anni 2000 la fotografia digitale è arrivata alle masse. E visto che non costava più nulla scattare le foto, abbiamo iniziato a farne migliaia, contro le 36 pose che i rullini ci concedevano prima.
Ma la grande rivoluzione è iniziata a partire dal 2007, con l’arrivo del primo iPhone: miliardi di persone avevano in ogni momento in mano una macchina fotografica! Siamo quindi passati dallo scattare qualche decina di migliaia di foto in pellicola all’anno, a milioni di foto digitali ed infine a miliardi di foto con il cellulare.
DIAMO SEMPRE MENO VALORE ALLE IMMAGINI
Oggi scattiamo 1.4 trilioni di foto all’anno. Oltre il 90% di queste sono fatte con i cellulari, mentre ormai solo il 7% è prodotto da macchine fotografiche vere e proprie.
Con la fotografia computazionale chiunque oggi è un buon fotografo. Non esiste più il concetto di una foto tecnicamente non corretta.
Le ultime generazioni di telefoni hanno fornito a miliardi di persone l’errata convinzione che fare una buona fotografia sia semplice ed alla portata di chiunque.
La computational photography inoltre sta avendo un effetto collaterale non indifferente: tutte le foto si assomigliano, hanno tutte gli stessi colori, lo stesso contrasto, gli stessi filtri, lo stesso stile.
I SOCIAL MEDIA NON AIUTANO
Lo scopo dei canali social è farci passare più tempo possibile sulle loro app, per farlo ci invogliano il più possibile a creare contenuti e guardare e condividere quelli degli altri utenti.
I contenuti social sono prettamente visivi, Instagram è basato sulle fotografie, TikTok e Youtube sui video ecc..
Quindi i social hanno enormemente contribuito ad abbassare il valore percepito delle fotografie e delle immagini in generale, proprio perché ci portano a crearne e vederne sempre di più, in un processo inflazionistico esponenziale.
Il rumore di fondo diventa talmente assordante da non riuscire più ad apprezzare nulla, figuriamoci il valore di una singola fotografia.
QUALCHE DATO SULLE FOTO COMMERCIALI
Ma vediamo qualche numero per capire oggi che valore hanno le immagini nel business, visto che moltissime decisioni che prendiamo ogni giorno si basano su ciò che vediamo più che su ciò che leggiamo, infatti una foto impatta 60.000 volte più di un testo.
• Il 90% degli acquirenti online afferma che la qualità delle foto è il fattore più importante per la loro scelta
• Il 75% degli acquisti online si basano sulle foto.
• Il 65% di noi apprende e sceglie con gli occhi.
• Il 48% del marketing online è basato su contenuti visuali
COME SI MUOVONO I GRANDI BRAND?
I grandi marchi esteri sanno benissimo di dover investire costantemente in immagini e nella comunicazione visiva in generale. Le multinazionali usano magistralmente la fotografia ed il colore per persuaderci ed ammaliarci, bombardandoci di bellissime immagini, video e storie, ridefinendo il gusto della società contemporanea.
Anche i nostri campioni del Made in Italy non badano a spese, lo fanno da sempre, pensate solo agli spot TV su cibo, alcolici, auto, vestiti e profumi.
E LE PICCOLE E MEDIE AZIENDE ITALIANE?
Nell’ultimo decennio abbiamo notato nei nostri clienti un drastico calo nella percezione del valore che le immagini hanno per il loro business. Le aziende sanno che le immagini servono, ma le considerano una voce di spesa non prioritaria ed essenziale. Le fotografie vengono trattate come una commodity, come se stessero acquistando cancelleria o consumabili.
Molte realtà italiane, piccole e grandi, si rendono perfettamente conto che i loro competitors diretti spendono ed investono molto nell’immagine del brand e dei prodotti, ma quando tocca a loro aprire il portafoglio cercano di spendere il meno possibile.
In generale, dal nostro punto di vista, le aziende italiane non dedicano sufficiente tempo a progettare, a mettere in atto strategie ed azioni azioni che alzino la percezione dei loro prodotti e servizi, non hanno budget dedicati, nelle gare non sanno scrivere capitolati e brief completi, in poche parole non sanno esattamente cosa stanno comprando e perché.
Pensano a breve o brevissimo termine, si accorgono che manca la foto, serve per ieri, quando il prodotto magari è già in uscita, non pianificano e, soprattutto, decidono loro il costo di un prodotto di cui non conoscono affatto il valore reale.
I PRECONCETTI SUL PREZZO DI UNA FOTO COMMERCIALE
Poiché le aziende sono composte da persone che possiedono tutte uno smartphone e fanno foto nel tempo libero, vediamo quotidianamente il ripetersi dello stesso preconcetto: per tutti le fotografie di prodotto sono qualcosa che deve costare pochissimo, perché per farle non ci vuole nulla, serve poca attrezzatura, poco tempo e soprattutto non serve alcuna fatica.
In realtà è vero proprio il contrario: anche la più semplice delle foto per e-commerce o Amazon richiede decine di minuti dalla preparazione iniziale alla consegna del file digitale finale.
Inoltre il prezzo di una foto non è composto unicamente dal tempo impiegato per farla! Ci sono molti elementi che vanno a formare il prezzo commerciale di una fotografia di prodotto o aziendale, ma ne riparleremo più avanti.
FOTOCAMERA VS SMARTPHONE
Vorrei approfondire nei prossimi post l’enorme differenza fra una foto fatta da un cellulare ed una fatta da una vera macchina fotografica.
Parlerò di cosa è per me la fotografia e di come non si possa proprio sentire dire “è la camera che fa la foto”.
Come ripeto sempre nei corsi le fotocamere si occupano unicamente di REGISTRARE LA LUCE.
È come comprare un microfono da migliaia di euro pensando che ti aiuti a suonare come Jimi Hendrix!
La vera qualità e valore di un’immagine non risiede affatto nello strumento usato per crearla.
LO “SWOOSH” DELLA NIKE
Tutti conosciamo lo swoosh della Nike, uno dei marchi più semplici e conosciuti sul pianeta. Magari pochi sanno che Carolyn Davidson lo disegnò nel 1971 per 35 dollari.
Ma il suo valore oggi non corrisponde certo a quanto è costato disegnare quelle due linee curve: oggi quel semplice segno arcuato vale 270 miliardi di dollari!!
QUINDI DOVE STA IL VERO VALORE DI UNA FOTO COMMERCIALE?
In azienda bisogna imparare a non confondere il prezzo con il valore delle immagini, sono due cose ben distinte.
Warren Buffet diceva “Il prezzo è quello che dai, il valore è quello che ricevi.”
Una buona immagine in azienda è spesso uno degli investimenti più duraturi che si possono fare.
Una fotografia per un brand ha un valore tanto maggiore tanto è versatile e riutilizzabile.
Possiamo pensare al ritorno economico immediato che danno le immagini, ma spesso il loro vero valore risiede nella capacità di innalzare la percezione del brand e di ciò che rappresenta. La giusta immagine è in grado di veicolare informazioni, messaggi e valori, permettere agli altri di compiere decisioni con la testa ma soprattutto con il cuore.
Quindi il reale valore di una foto non andrebbe mai calcolato in base al suo prezzo di produzione.

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